top of page

Sette piccole storie

2018 - Ensemble Editore - Roma

​

PREFAZIONE DELL’AUTORE

 

"Da qualche tempo avevo intenzione di pubblicare una raccolta di racconti che riguardassero personaggi, luoghi e situazioni completamente diversi tra loro, che non fossero necessariamente legati da un filo conduttore.

È così che è nato “7 Piccole Storie”, i cui personaggi sono accomunati da sentimenti quali la voglia di crescere, di mettersi in discussione, di cambiamento, il più delle volte superando le apparenze della vita materiale, per entrare nella sfera di quella spirituale. Questi gli anelli che li collegano ai precedenti romanzi, “Io e Francesco”, storia di guarigione fisica, e “Libero e il mare”, storia di redenzione e crescita spirituale.

A un primo giudizio superficiale gli episodi narrati sembrano semplici storie di vita quotidiana: vi appaiono protagonisti scontenti della loro vita a causa dell’età, della propria sfortuna, delle proprie rinunce anche se li hanno portati al successo. Tutti sono chiamati a intraprendere un viaggio faticosamente spirituale, ma decisivo per la loro trasformazione.

Per mettere assieme questi sette racconti ho dovuto quindi faticare un po’ dando loro una scaletta che assomiglia al succedersi dei giorni della settimana: dal lunedì maniacale di un collezionista di articoli alla domenica piena di speranza e futuro.

Questo non è un libro autobiografico in senso stretto, come i precedenti poiché non sono stato io a inventare i personaggi, anzi, sono stati loro a venirmi a cercare, ma in ognuno si può trovare qualcosa di me. I protagonisti di ciascun pezzo sono probabilmente la proiezione di alcuni lati del mio carattere ma più in generale, personificano alcune delle ansie, tipiche degli esseri umani: uno su tutti Fortunato, che arriva a odiare il suo nome perché si sente irrimediabilmente sfortunato, rappresenta quella parte di noi, costantemente ancorata alla paura di non farcela indicando nella jella il motivo dei nostri insuccessi.

La trasformazione è rappresentata chiaramente nello strano incontro tra due persone che provengono da realtà completamente differenti, il maresciallo dei carabinieri Carrozzo e Carmelina, una ragazza che vive in uno sperduto paesino della Sila, semplice tramite per messaggi dettati da anime defunte. Ne fanno da sfondo alcuni episodi molto tristi che hanno segnato la vita del nostro paese negli anni ’80

Anche quando la vita sembra irrimediabilmente perduta, c’è sempre un’altra possibilità, proprio come accade a Sergio che io ho voluto chiamare Marco vissuto, fino alla maturità, in un istituto religioso, dove lui e altri ragazzi, hanno dovuto subire violenze sessuali. Il nome dell’istituto è frutto della mia fantasia, ma non le situazioni accadute altrove che sono vere e tratte, senza troppe modifiche, da autentici fatti di cronaca.

Prendendo spunto invece dal capolavoro di Samuel Beckett, “Aspettando Godot”, ho immaginato di dare un finale a una storia, per la quale il famoso autore, al contrario, aveva pensato un non-finale, lasciando i personaggi nell’eterna attesa.

La mia penna ha voluto che Godot e Vladimiro si incontrino e, ognuno a modo suo, si ribellino alla sorte immaginata da Beckett, per dare finalmente un senso alla loro vita.

 

Francesco, invece, un altro protagonista, dopo aver passato anni ad accumulare ricchezze con il suo lavoro di commercialista, un bel giorno si guarda allo specchio e non si riconosce più, avendo smesso di guardarsi dentro.

Questo guardarsi dentro emerge prepotentemente pure nella storia di Mario, diretto a Santiago de Compostela, alla ricerca della pace spirituale, minata da una serie di eventi. L’incontro con Giacomo, un anziano signore che diviene suo compagno di viaggio, lo costringe a scoprire che Santiago non è per lui un punto di arrivo, bensì l’inizio di una nuova vita.

 

Generalmente tutti i personaggi dei miei libri, mi vengono a cercare o, si manifestano in qualche maniera. Giacomo mi è più caro forse in assoluto. Con lui non è stato come con Godot; in realtà lo avevo già incontrato nel 2001, in una città della Spagna, Santiago de Compostela, che si trova dalle parti di Finisterre, là dove il continente europeo finisce.

Quando mi è venuto a trovare, non molto tempo fa, avevo già scritto l’episodio che lo riguardava. Mi sono trattenuto a lungo con lui, in una calda mattina di luglio, senza riconoscerlo e lo ricordo come una di quelle esperienze che non si dimenticano per tutta la vita. Ero in cerca di un perché a tante cose e forse, inconsciamente, sono stato proprio io a chiamarlo. Con le sue risposte mi ha spiegato che il bene e il male, la sofferenza e la gioia, non sono mai distinti, ma fanno tutti parte della stessa anima. Il suo insegnamento era chiaro: dobbiamo essere capaci di leggere il disegno divino in ogni cosa. E questo non è per niente facile.

​

Chi non crede nella capacità degli spiriti di manifestarsi, chi non crede nell’aldilà ed è convinto che esista solo l’aldiquà, probabilmente troverà banali questi discorsi, se non ridicoli, ma non importa: ho scritto questo libro, come anche i precedenti, con il cuore, interrogando la mia anima ed è questo che conta. Chi poi saprà riconoscere che in queste storie c’è il mio cuore, ne capirà il senso".

Libero e il mare

2016 - Prospettivaeditrice - Civitavecchia

Io e Francesco

2015 - Prospettivaeditrice - Civitavecchia

I miei libri sono in vendita o possono essere ordinati presso le migliori librerie e su tutti i siti di vendite online

​

​

​

Pubblicazioni precedenti

 

Una squadra chiamata Aurora

​

Genere: Sport

1998 -Gruppo Editoriale Informazione Jesi

 

Parola di giornalista

​

Genere: Giornalismo

2002-Gruppo Editoriale Informazione Jesi

 

Una squadra chiamata Aurora - seconda edizione

​

Genere: Sport

2004 -Gruppo Editoriale Informazione Jesi

 

Parola di giornalista 2

​

Genere: Giornalismo

2008-Gruppo Editoriale L'Espresso Roma

 

Carca aredo

​

Genere: Vernacolo

2009-Gruppo Editoriale  L'Espresso Roma

bottom of page